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Giochi di ruolo ed empatia

Da sempre chi naviga nel mondo dei giochi di ruolo è, nell’immaginario collettivo, un povero nerd disadattato. Uno che “si veste strano e si picchia con altri disadattati in un bosco brandendo spade di gomma” per rifugiarsi in una realtà fantastica alternativa lontana dalla reale situazione di disagio sociale in cui si trova.

Fortunatamente questa visione estremizzata e (volutamente) colorita non è per nulla corrispondente alla realtà, ma il gioco di ruolo in generale rimane, ai più, qualcosa di misterioso, insondabile, che genera perplessità e sufficienza. Bambinate che “gente a 30 anni non dovrebbe concedersi”. Eppure nell’ambito della psicologia sono noti da decenni i benefici che il GdR (n.d.r. Gioco di Ruolo) ha sia sul singolo che sul gruppo, elemento che per i detrattori più accaniti va ad avvalorare la tesi del disagio sociale dei giocatori (quando invece, probabilmente, ne trarrebbero beneficio anche loro!).

Cosa dicono gli studiosi?

Un recente studio, pubblicato su PubMed, fornisce finalmente alcuni dati importanti e positivi. Lo studio, intitolato “Empathic Features and Absorption in Fantasy Role-Playing”, parte da alcuni studi degli anni ’70 del celebre Hilgard e da altri studi degli anni ’80 di Wilson & Barber, per giungere fino a studi più recenti, come quello di Wickramasekera II & Szlyk del 2003.

Per lo studio sono stati reclutati 127 giocatori di ruolo (fantasy), i quali sono stati sottoposti ad una serie di test psicologici e da questi è risultato che i giocatori di ruolo possegono, rispetto alla media, punteggi molto più elevati per quanto riguarda l’empatia verso gli altri. In un’epoca nella quale i nostri “vecchi” si lamentano proprio della scarsa empatia delle nuove generazioni, sebbene con termini ben diversi, è quasi divertente rilevare come i più empatici siano proprio coloro che vengono considerati più disagiati in tal senso. Per usare le parole dello studio, “these results collectively suggest that fantasy role-players have a uniquely empathically-imaginative style”.

Ci sembra superfluo aggiungere altro, se non “continuate a divertirvi come avete sempre fatto, non siamo noi quelli che hanno bisogno di fuggire dalla realtà!”