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Guida interpretativa del giocatore

Carissimi e preziosissimi giocatori. Questa guida nasce con l’intenzione di fornirvi un utile strumento che migliorerà enormemente la vostra esperienza “ruolistica” e non di meno quella degli altri. In particolare, quella che vi si vuole presentare è una serie di regole/consigli che vogliono incrementare la vostra capacità di calarvi anima e corpo nell’interpretazione del vostro personaggio.

 

1) L’ESTETICA CONTA

Sebbene non sia del tutto vero, l’aspetto del vostro personaggio influisce sulla qualità di gioco. Con questo non mi riferisco al fatto che un barbaro sanguinario debba mettere cipria e ombretto (anche se sarebbe divertente), ma piuttosto alla pertinenza del vostro “look” rispetto all’ambientazione proposta. Se stiamo giocando in un ipotetico medioevo, le scarpe da corsa e i pantaloni della tuta con le strisce bianche sono un elemento di disturbo notevole per la contestualizzazione del gioco. Ciò
non significa ovviamente che ogni giocatore debba spendere montagne di soldi nella realizzazione del proprio costume, ma è indispensabile un minimo di attenzione a certi dettagli. E poi, parliamoci chiaro, un paio di pantaloni e una camicia in un negozio etnico non sono poi una spesa così esagerata. Quando avrete voglia e tempo, potrete inoltre curare i dettagli del vostro equipaggiamento e perchè no, del vostro make up (lentine colorate, protesi in lattice, trucco e via dicendo).

 

2) USCIRE FUORI RUOLO

Se non è strettamente necessario, uscire fuori ruolo è assolutamente sconsigliabile. Per il semplice motivo che se io sto facendo uno sforzo interpretativo nel calarmi nei panni di un personaggio, tale sforzo sarà vanificato in un lampo qualora qualcuno si presenti nel bel mezzo di un dialogo importante e dichiari che ha smarrito la custodia degli occhiali o esprima la sua incontenibile gioia per la vittoria della sua squadra del cuore. Uscire fuori ruolo non è
proibito, ma si consiglia di farlo non attirando l’attenzione degli altri giocatori. È perfettamente comprensibile che io voglia scambiare due chiacchiere con un amico che non vedo da tempo, o che voglia semplicemente staccare per un po’ e parlare della mia vita quotidiana (decisamente più importante di quella di gioco) con i nuovi amici del gruppo GDR. Ma per fare questo, io non ho bisogno di spezzare l’atmosfera narrativa a tutti. Semplicemente parlare a bassa voce e in disparte dal resto dei giocatori è una buona norma di comportamento e di educazione nei confronti degli altri ragazzi. Come sempre nella vita, l’importante è la discrezione e la misura. Mi sembra ovvio che nel caso in cui qualcuno si rompa una gamba giocando o abbia una grave necessità, il gioco debba essere assolutamente interrotto.

 

3) DIFFERENZA TRA GIOCO E REALTA’

Ciò che succede nel gioco non deve minimamente influenzare la vita fuori dal gioco. Io posso essere benissimo dispiaciuto per
la morte del mio personaggio ad opera del personaggio di Tizio, ma non per questo dovrò essere arrabbiato con Tizio. Bisogna distinguere bene la persona dal suo ruolo. Se io decido di interpretare uno spietato assassino, ciò non significa che nella realtà io sia davvero un gelido cacciatore di uomini. Pertanto, siate consapevoli della distinzione tra narrazione e realtà. Si gioca per divertirsi e per mettersi alla prova, non per fare uno sgarbo a qualcuno. D’altro canto, tenete anche presente che certe vostre azioni possono urtare la sensibilità di altri giocatori. Chiaro, il mio personaggio è un piacione seduttore, ma io in quanto giocatore devo saper accorgermi se le mie avances stanno andando troppo oltre o se arrecano fastidio alla giocatrice più che al suo personaggio. Anche lì, discrezione e equilibrio.

 

4) GIOCO-LIVE

Il nostro gioco è bello perché crea un’atmosfera quasi totalmente interattiva e coinvolgente. Ciò significa che per sfruttare al massimo i
vantaggi di un approccio ludico di questo tipo (che oserei definire meta-teatrale) devo ridurre al minimo i punti di contatto con il canonico gioco di ruolo. Ecco perché nel gioco è altamente inopportuno narrare le proprie azioni. Non siamo seduti ad un tavolo con delle schede di carta che ci rappresentano. Siamo tutti esseri umani con, si spera, capacità percettive funzionanti. Se io voglio mostrare ad un personaggio la mia rabbia, ci riuscirò molto meglio provando ad interpretarla che comunicandogli qualcosa come “Vedi che mi arrabbio e ringhio”. Concorderete con me su quanto sia meglio ai fini del coinvolgimento dei giocatori, che una cosa sia rappresentata fisicamente nel gioco, piuttosto che sostituita da un suo surrogato “verbale”.

 

5) ESERCIZI DI STILE

Ricordatevi che il vostro personaggio non dovrebbe essere riconoscibile da ciò che c’è scritto sulla sua scheda o in base alla sua “classe”, al suo “clan”, al suo “stereotipo”. Stiamo giocando di RUOLO,
quindi quello che facciamo è interpretare un ruolo. Non basta dire “Io sono un paladino votato al bene” per far sì che il proprio personaggio lo sai veramente. Tentate di caratterizzare il PG in base alle sue emozioni, alle sue ambizioni, ai suoi stati d’animo, ai suoi tic nervosi, alla sua parlantina. Sarà molto più divertente riconoscere un bravo guerriero dalla sua antica ferita che tutt’ora lo fa zoppicare un po’, piuttosto che dal fatto che conosciamo ciò che c’è scritto sulla scheda.

 

6) METTETEVI IN GIOCO

Siate ambiziosi e non abbiate paura di giocare il vostro personaggio. Il gioco di ruolo è bello proprio perché, non essendo reale, vi permette di osare, di sfidare voi stessi e i vostri limiti. Siete persone timide? Non c’è miglior situazione che quella di un gdr per mettere alla prova la vostra timidezza: qui esiste il game over, quelli che facciamo sono tentativi, prove, simulazioni. Non è una catastrofe fallire, non riuscire nei propri intenti, ma
al contrario, è il metodo migliore per imparare a migliorare. Non siate imbarazzati di interpretare un ruolo che non vi è familiare (dopotutto, siete un gruppo di persone vestite da invasati nel mezzo di una foresta, l’imbarazzo l’avete già vinto e non ve ne siete accorti?).